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Un patrimonio storico da scoprire
La Brianza, con il suo paesaggio incantevole e la sua ricca storia industriale, offre un percorso suggestivo attraverso le sue centrali idroelettriche, veri e propri gioielli di archeologia industriale. Queste strutture, che un tempo rappresentavano il cuore pulsante dell’energia elettrica in Italia, sono oggi testimoni di un’epoca in cui l’ingegneria e l’arte si fondevano in opere straordinarie. Le centrali idroelettriche lungo il fiume Adda non solo forniscono energia, ma raccontano anche storie di innovazione e bellezza architettonica.
La centrale elettrica Esterle: un capolavoro di architettura
Tra le meraviglie da non perdere, la centrale elettrica Esterle si erge come un esempio significativo di archeologia industriale monumentale. Costruita in stile eclettico lombardo, la sua facciata è adornata da ornamenti geometrici e floreali, con imponenti vetrate goticheggianti che catturano l’attenzione. L’esterno, caratterizzato da mattoni rossi e colonnine decorative, ricorda più una villa di delizia che un complesso industriale. Durante l’anno, è possibile visitare l’interno e ammirare le macchine originarie in funzione, un’opportunità imperdibile per gli appassionati di storia e tecnologia.
La centrale Bertini: un viaggio nel tempo
Non lontano da Esterle, la centrale Bertini, inaugurata nel 1898, rappresenta un’altra tappa fondamentale nel percorso di esplorazione dell’archeologia industriale. Questa centrale, un tempo la più potente d’Europa, offre un’esperienza emozionante tra turbine e sale macchine, dove ogni dettaglio racconta la grandezza dell’ingegneria italiana. La visita a questa struttura è un viaggio nel tempo, un’opportunità per comprendere l’importanza storica e culturale di queste opere straordinarie.
Architettura liberty e suggestione al tramonto
La centrale idroelettrica Taccani, progettata dall’architetto Gaetano Moretti nel 1908, è un altro esempio di architettura liberty neo medioevaleggiante. La sua bellezza è accentuata al calar del sole, quando le luci si riflettono sulle sue linee eleganti, creando un’atmosfera di fascino e suggestione. Ogni visita a questa centrale è un’esperienza che unisce storia, arte e natura, rendendo omaggio a un’epoca in cui l’industria e la bellezza architettonica si intrecciavano in modo armonioso.
Un viaggio tra le acque dell’Adda
La centrale Guido Semenza, situata a Calusco d’Adda, è un altro esempio di come l’architettura possa integrarsi con l’ambiente circostante. Costruita tra il 1917 e il 1920, questa centrale sfrutta il dislivello creato dallo sbarramento della diga di Robbiate. Il rivestimento in ceppo dell’Adda conferisce all’edificio un aspetto naturale, mentre il canale Edison e la casa del guardiano delle acque completano il quadro di un luogo dove storia e natura si fondono in perfetta armonia.
La centrale Concesa: un’opera di Piero Portaluppi
Infine, non si può dimenticare la centrale Concesa, progettata dall’illustre architetto Piero Portaluppi nel 1942. Questa struttura, che porta la firma di uno dei maggiori architetti del Novecento, si distingue per il suo aspetto solenne che ricorda le architetture religiose. Situata a Vaprio d’Adda, la centrale è un esempio di come l’architettura industriale possa elevarsi a forma d’arte, rendendo omaggio alla bellezza e alla funzionalità.